Per secoli i contadini di Arluno si dedicavano ogni anno, nella stagione primaverile, all’allevamento del baco da seta, una pratica che ebbe il suo maggiore sviluppo nel Sette/Ottocento quando la nostra regione era la maggior produttrice di seta in Italia.
La Mecàniga
La Mecàniga
Le filande di Arluno
La Mecàniga
Sul finire dell’Ottocento, dalla vecchia filanda da seta, nacque una nuova filanda per la filatura e la lavorazione del cotone, che gli Arlunesi battezzarono con il termine dialettale di “Mecàniga”, cioè “Meccanica”, per le macchine utilizzate e le attività svolte che a quei tempi risultavano moderne.
L’originario nucleo di fine Ottocento della Mecàniga fu ampliato, negli anni Venti del Novecento, portando lo stabilimento ad occupare un’area di oltre 40 mila metri quadri, dove lavoravano fino a mille dipendenti e per la maggior parte donne.
16 marzo 1945
Nella primavera del 1945, quasi al termine della Seconda Guerra Mondiale, un evento drammatico ha segnato la storia della Mecàniga e quella di Arluno. Venerdì 16 marzo alcuni caccia-bombardieri alleati sganciarono delle bome sul cotonificio distruggendo o danneggiando seriamente tutto lo stabilimento e provocando 14 morti e circa ottanta feriti. Un evento tragico se si considera inoltre che il bombardamento della Mecàniga fu un errore di obiettivo dei piloti.
La storia tra le mura
La Mecàniga chiuse definitivamente i battenti nel dicembre del 1988 ma, grazie all’attività di recupero dell’edificio realizzato dalla collaborazione tra la Società SV. AR. (Sviluppo Arluno srl), che aveva rilevato il complesso, e il Comune di Arluno, la “Cara Mecàniga” è tornata a vivere.
I muri attorno a noi raccontano ancora le storie di lavoro e di sacrificio, alle nuove generazioni e a chi le ha vissute.